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Ambiente e COstituzione

Il 3 maggio 2001, durante la campagna presidenziale in Francia, il Presidente Chirac annunciò ad Orléans il suo desiderio di «inserire una ecologia umanista nel cuore del nostro patto repubblicano». Con la legge costituzionale 2005-205  la Francia ha consacrato i principi relativi alla protezione dell’ambiente, dando loro valore costituzionale.

Adottata dopo numerose consultazioni, che hanno coinvolto anche i cittadini, la Carta dell’Ambiente, che consta di 10 articoli , riprende diritti e principi di «terza generazione» già consacrati in testi legislativi o trattati internazionali. Essa afferma da un lato il diritto di vivere in un ambiente equilibrato e rispettoso della salute e dall’altro il dovere di prender parte alla preservazione ed al miglioramento dell’ambiente, nel rispetto dei principi di prevenzione, del “pollueur-payeur”, di precauzione e di partecipazione. Sono alla base della Carta il principio di sviluppo sostenibile, l’educazione, la formazione, la ricerca e l’innovazione.

La costituzionalizzazione della tutela ambientale rappresenta una rivoluzione culturale destinata a riscrivere la storia del diritto internazionale: assurgendo a valore costituzionalmente riconosciuto e garantito, l’ambiente si traduce in nuove situazioni giuridiche soggettive tutelate in sede giurisdizionale ed in obblighi positivi a carico dello Stato, che deve garantire la tutela e la salvaguardia del diritto universale dell’ambiente.

In Francia, dunque, l’ambiente è diventato un vero e proprio diritto soggettivo, che condiziona la produzione normativa, le politiche di settore e le attività della Pubblica Amministrazione da un lato e dall’altro la giurisprudenza costituzionale, che dovrà dichiarare incostituzionali tutte le norme in contrasto con la Charte.

Noi vogliamo che lo stesso provvedimento venga adottato in Italia, che vengano dunque costituzionalizzati i principi internazionali, il diritto a vivere in un ambiente salubre e tutto quanto ne discenda. Esigiamo, però, che venga data una particolare attenzione all’interpretazione dei principi dettati dalla riforma costituzionale che chiediamo, affinché essa non diventi un boomerang nella parte in cui dovrà essere fissato il succitato principio di precauzione, che, se riletto alla luce della cultura pseudo-ambiental-mopolista imperante in Italia, rischia di legittimare l’imbalsamazione che gli ambientalisti-fondamentalisti invocano.

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