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Energia

Dando ormai per scontati gli interventi per la produzione di energia rinnovabile nel settore pubblico, come ad esempio l’utilizzo dei tetti delle strutture per l’installazione di impianti e di pannelli fotovoltaici, obiettivo primario sarà INCENTIVARE IL RINNOVABILE DOMESTICO e gli interventi di EDILIZIA SOSTENIBILE.

Altrettanto fondamentale sarà investire nella ricerca.

Sarà necessario intervenire sull’illuminazione pubblica per ottenere un risparmio tangibile: chiediamo interventi in tema di efficienza energetica per consumare meglio, la sostituzione dell’illuminazione pubblica con illuminazione a LED e ad induzione magnetica per consumare meno e l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile per consumare energia pulita.

Il settore energetico è quello più florido della Green Economy: si potrà rilanciare l’economia, grazie al risparmio in bolletta, dando un forte contributo alla riduzione delle emissioni di sostante nocive.

MA IL RINNOVABILE NON BASTA!

Sarà necessario il ritorno al NUCLEARE, fonte di energia SICURA, ECONOMICA E PULITA.

Il nucleare è sicuro, perché la statistica non mente, è chiara e conferma che gli incidenti nelle centrali, soprattutto in quelle di ultima generazione, sono inesistenti o comunque senza conseguenze, anche nelle zone ad altissimo rischio sismico.

Il nucleare è economico, perché a fronte di un investimento iniziale pur importante, che viene ammortizzato nel tempo, c’è un risparmio enorme nella produzione di energia, a cui va aggiunta la semplice considerazione che tale energia verrebbe prodotta in Italia e non acquistata all’estero e dunque la moneta circolerebbe all’interno dei nostri confini. Minor costo dell’energia vuol dire tariffe più basse, tariffe più basse vogliono dire minori spese per le famiglie e maggiore competitività per le imprese e conseguente rilevante beneficio per l’intera economia italiana.

Il nucleare è pulito, perché le centrali non emettono sostanze tossiche nell’atmosfera e darebbero la possibilità all’Italia di affrancarsi dalla dipendenza da gas, petrolio e carbone, vantaggio non solo economico ed ambientale, ma anche geopolitico. Il problema dello smaltimento delle scorie, che esiste e non può essere negato, va comunque ridimensionato. I rifiuti nucleari sono classificati in funzione della durata della loro vita (inferiore o superiore a 30 anni) e del loro grado di attività. Si distinguono, pertanto, i rifiuti ad attività molto bassa, i rifiuti a bassa e media attività a vita breve  ed i rifiuti ad alta attività e/o a vita lunga (e solo per questi ultimi, che rappresentano appena il 5% del totale, si pone il vero problema).

Nel 2016 saranno terminati gli effetti ostativi del risultato referendario: bisogna immediatamente far ripartire il progetto del nucleare in Italia per sostituire le centrali a gas, carbone e petrolio.

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