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Attività Venatorie e Gestione Faunistica

Fauna selvatica

 

Il segreto della conservazione della natura non è vietare tutto, ma gestire la fauna selvatica, così come la componente foresta di un sistema naturale, rappresenta una risorsa finita, ma caratterizzata dalla rinnovabilità. 

Qualsiasi intervento di conservazione deve essere finalizzato a far sì che le risorse, in primo luogo, non si esauriscano e quindi ne vengano messi a disposizione tutti i benefici possibilmente ricavabili per il maggior numero di persone possibili, nel modo più duraturo possibile e nella quantità più elevata e costante possibile. Le attività rurali, compresa quella venatoria, possono così divenire strumento importante ai fini della gestione faunistica globale nel perseguimento dell’obiettivo di un ecosistema stabile e quanto più naturale possibile, con l’aiuto di tutte le categorie interessate a farlo. Lo stesso discorso vale per la prevenzione dei danni che la fauna selvatica può arrecare all’agricoltura, alla viabilità o alle altre attività umane. Non si può tentare di prevenire un danno creando un costo insostenibile: la prevenzione deve avvenire attraverso l’impiego delle risorse stesse del territorio e in tal senso, i cacciatori per esempio, per gli enti di gestione territoriale, siano essi di aree protette o meno, possono rappresentare un esercito di collaboratori, felici di pagare per poter offrire i loro servigi.

La gestione faunistica non deve più essere “etica”o “politica”, ma “tecnico-scientifica” nel senso più ampio del termine.

L’obiettivo è quello di arrivare ad una gestione della fauna seria, scientifica e rapportabile alla realtà, un po’ com’è la gestione del bosco per la selvicoltura.

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